Modulo Adv senza contenuti
{ "slot": "Top" }
126 quesiti trovati
Diritto di famiglia
Un figlio, divenuto maggiorenne nel corso del giudizio di separazione dei suoi genitori, aveva chiesto di poter vivere con il proprio padre nella casa coniugale. Tuttavia il Tribunale ha assegnato tale abitazione alla madre e il figlio sta incontrando molte difficoltà per questa situazione. Egli, pertanto, vorrebbe chiedere che la casa coniugale venga assegnata a lui. È una richiesta ammissibile? Occorre introdurre un giudizio avente a oggetto la modifica delle condizioni di separazione, a cui parteciperebbe, assumendo la stessa posizione del figlio, anche il padre?
Sono una studentessa. Mio padre ha sempre coperto le spese per gli studi e per il mantenimento nella città universitaria in cui vivo. Mia madre, che è la compagna convivente di mio padre (non sono sposati) e vive attualmente con lui nella medesima casa, non ha mai contribuito alle spese. Attualmente sono residente con i miei genitori, ma domiciliata nella città universitaria. Non esiste alcun provvedimento riguardante il mio mantenimento, né alcuno specifico riferimento alle spese universitarie. Vorrei sapere se posso chiedere a mia madre un contributo economico mensile per coprire parte di queste spese.
Una donna di nazionalità marocchina contrae matrimonio in Marocco nel 2011 e , dinanzi al notaio, viene sottoscritto un accordo con il quale si prevede la corresponsione di una somma in caso di separazione. Dopo 10 anni nasce un figlio, in Francia, avente cittadinanza italiana in quanto il padre è italiano. Attualmente marito e moglie risiedono in Francia, per lavoro, e sono iscritti all'Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero), avendo la coniuge acquisito anche la cittadinanza italiana nel 2022. È intenzione del marito chiedere la separazione coniugale. Quale legislazione va applicata, quella del Marocco, dove è stato contratto il matrimonio, quella italiana, oppure quella francese, considerando l'attuale residenza? Che obblighi ha il marito nei confronti della moglie e del figlio?
Per la terza volta consecutiva, la mia ex moglie non si è fatta trovare a casa nel momento in cui dovevo andare a prendere nostra figlia per trascorrere con lei, come da intese post divorzio, il pomeriggio di un giorno della settimana individuato di comune accordo. Naturalmente, nemmeno la bambina era a casa. Tutte le volte che le ho telefonato, la ex ha dato motivazioni che non mi hanno convinto. Che cosa posso fare per evitare che questo problema, mai manifestatosi prima, si ripeta?
Abbiamo un figlio che ha terminato la scuola media inferiore. Con molta determinazione, chiede di frequentare una scuola privata con un indirizzo che a noi (e anche ai suoi precedenti insegnanti) sembra completamente contrario alle sue capacità e alle sue vere inclinazioni. La retta non ha un costo indifferente e la scuola pubblica con lo stesso indirizzo dista più di 30 chilometri da casa nostra. Né per me né per mia moglie, comunque, il vero problema è di natura economica. Il fatto è che siamo praticamente sicuri che andrebbe incontro a una notevole frustrazione, che si tradurrebbe quasi inevitabilmente in una bocciatura. Ma possiamo rifiutarci di esaudire il suo desiderio?
Riguardo alla cessazione del un fondo patrimoniale (articolo 171 del Codice civile), considerato che, in base al primo comma dell’articolo citato, «la destinazione del fondo termina a seguito dell'annullamento o dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio», si chiede come debba interpretarsi il secondo comma, in base al quale «se vi sono figli minori il fondo dura fino al compimento della maggiore età dell'ultimo figlio», in quanto le possibili interpretazioni potrebbero essere le seguenti: - il fondo patrimoniale cessa solo in caso di annullamento o scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, per cui continuerebbe comunque a sussistere anche successivamente al raggiungimento della maggiore età dell’ultimo figlio; - il fondo patrimoniale cessa non appena l’ultimo figlio avrà raggiunto la maggiore età, e ciò anche se il matrimonio non sia stato annullato, né sciolto, né sia intervenuta la cessazione degli effetti civili.
La figlia maggiorenne, e non autosufficiente, di una coppia divorziata consensualmente si è trasferita da tempo a casa del suo compagno, e non abita, pertanto, con la madre, beneficiaria del contributo al mantenimento posto, nella sentenza di divorzio, a carico del padre. È legittimo proporre una modifica delle condizioni di divorzio, in quanto, essendo cessata la convivenza con la figlia, l'ex coniuge non ha più titolo per ricevere tale contributo?
Rientra nelle normali attribuzioni di un amministratore di sostegno pagare le spese condominiali relative alla gestione ordinaria di un appartamento di proprietà del suo amministrato, oppure l'amministratore di sostegno dev'essere di volta in volta autorizzato dal giudice tutelare?
In caso di separazione giudiziale, come vengono divisi i beni?
Un genitore, che è tenuto a rimborsare il 50% per cento delle spese straordinarie per i figli, non adempie a questo rimborso, perché pretende che tutte le spese siano documentate con ricevute o fatture in cui è presente il nome del figlio. Con questa motivazione, per esempio, si rifiuta di rimborsare uno scontrino di pagamento del materiale scolastico o dei libri di testo delle scuole. È un comportamento lecito?
In caso di separazione consensuale, come avviene la divisione dei beni in comune?
Sono proprietario al 100% di un appartamento. Prima della separazione, in caso di mia morte una parte dell'appartamento sarebbe andata a mia moglie. Ora sono separato e credo che, se io venissi a mancare, all'ex coniuge non andrebbe nulla. Vorrei sapere come posso agire per far si che una parte di questo appartamento resti comunque a lei. Si può prospettare la vendita o la donazione del 50% dell'appartamento?
Smart24 Lavoro
Smart24 Superbonus
Modulo24 Famiglia
Modulo24 Società
Modulo24 Accertamento e Riscossione
Smart24 Fisco