Tutela del consumatore

    Acqua, consumi separati con contatori di ripartizione

    Sono proprietario di una casa bifamiliare, composta da due appartamenti catastalmente distinti. Alcuni anni fa, in corso di ristrutturazione, installai un impianto addolcitore per acqua sanitaria e, per tale motivo, cominciai ad alimentare entrambi gli appartamenti con un solo allaccio alla rete pubblica con contratto a mio nome.Inizialmente l'edificio fu abitato soltanto dal mio nucleo familiare, di tre persone. In seguito (nel 2018) ho affittato uno dei due appartamenti a un'altra famiglia, di cinque persone (che vi risiedono).In conseguenza del maggior numero di utenti, negli ultimi due anni si è dovuta pagare una cifra molto alta, in quanto mi è stato fatturato gran parte del consumo "eccedenza" rapportato ai tre residenti originari.Ho chiesto al fornitore di rettificare da tre a otto il numero di utenti con autocertificazione, ma mi è stato risposto che si dovrà installare un contatore "condominiale" e che bisognerà cambiare il contratto. A me non sembra giusto, perché giuridicamente non ci troviamo di fronte a un condominio (ripartizione spese da accordi contrattuali).Qual è il parere dell'esperto?