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624 quesiti trovati
Compravendita e locazioni
L'amministratore di una società, proprietaria di una casa al mare, vorrebbe prendere in affitto l'immobile e condurvi un'attività in forma non imprenditoriale consistente nella locazione, durante i mesi estivi, con la formula degli affitti brevi. È possibile? Quale tipologia di contratto di locazione va stipulato tra la società e l'amministratore?
Una Srl ha preso in locazione, a uso foresteria, due abitazioni limitrofe all'impianto produttivo e vi fa alloggiare gratuitamente dipendenti, collaboratori e, alle volte, clienti o fornitori. Ci sono obblighi relativi alla pubblica sicurezza, o di iscrizione al portale "Alloggiatiweb" della Polizia di Stato?
A novembre 2024 abbiamo firmato davanti al notaio il rogito per la vendita del nostro appartamento, che si trova all'interno di un condominio. Il notaio aveva in mano la dichiarazione rilasciata dall’amministratore condominiale, con la quale si comunicava la presenza di un fondo cassa, ma non ha inserito tale dichiarazione nell’atto, dicendoci che non era obbligatorio farlo. A oggi l’acquirente non ha provveduto al rimborso di tale fondo. L’agenzia immobiliare è a conoscenza del fatto che noi, il giorno prima della firma dal notaio, abbiamo chiesto di fare inserire la dichiarazione dell'amministratore nell'atto di vendita. Abbiamo anche saputo che l’agenzia immobiliare cui noi abbiamo girato tutti i documenti dell’ultima riunione condominiale - fatta a giugno 2024 - non ha inserito nel contratto con l’acquirente il riferimento a un fondo cassa. Come possiamo fare per avere quello che ci spetta? Chi deve rimborsarci?
La normativa sull'obbligo di Cin (codice identificativo nazionale) per affitti brevi e turistici si applica anche nel caso delle locazioni cosiddette transitorie, ossia quelle che durano da un minimo di 30 giorni a un massimo di 18 mesi?
In un condominio la rilevazione dei consumi “calore” dei singoli alloggi per mezzo di contabilizzatori e l'imputazione dei relativi costi sono gestite da remoto da un'impresa esterna, che, per tale servizio "amministrativo", addebita un costo da suddividere tra i singoli condòmini in base alla norma Uni 10200/2018, riguardante i criteri di ripartizione dei costi per la climatizzazione nei condomìni a impianto centralizzato. Avendo ora locato il mio appartamento, vorrei sapere a chi - tra locatore e conduttore - spetta pagare questa spesa, nonché quella relativa a eventuali letture straordinarie da chiedere alla suddetta società in occasione della fine locazione, o per qualsiasi altro motivo.
È stato stipulato un contratto di locazione abitativa, della durata di 3+2 anni, con decorrenza 1° luglio 2022. Il 9 agosto 2024 il locatore ha ricevuto la disdetta dall’inquilino, che, il 15 novembre 2024, ha lasciato l’appartamento, impegnandosi a pagare i canoni fino alla scadenza del periodo di preavviso di sei mesi, previsto dal contratto. È corretto “chiudere” il contratto all’agenzia delle Entrate il 15 novembre 2024 (data di restituzione dell'immobile), oppure va considerata la data dell’ultimo mese pagato a titolo di preavviso? E il canone va pagato fino al 9 febbraio oppure fino al 28 febbraio 2025?
Alla scadenza di un contratto di locazione a uso abitativo (3+2), stipulato da due conduttori in solido, qual è la procedura da seguire per la restituzione della cauzione, nel caso in cui uno dei conduttori abbia lasciato l'appartamento con recesso anticipato dal contratto (ossia prima della sua naturale scadenza)? A chi dev'essere restituita la cauzione, e come va gestita la somma versata dal conduttore che ha lasciato l'immobile?
Sul sito internet di un Comune, si rinvengono, in merito alle locazioni a canone concordato, la documentazione e la modulistica relative agli accordi territoriali sottoscritti dalle competenti organizzazioni sindacali nel 2004, e recepite con delibera della giunta comunale nello stesso anno. Risulta che, a luglio 2023, alcune organizzazioni sindacali della proprietà e dei conduttori abbiano protocollato, al fine del deposito in Comune, nuovi accordi territoriali per la stipula dei contratti di locazione a canone concordato, ma questi accordi non risultano essere stati recepiti dalla giunta municipale, e non compaiono sul sito del Comune. Hanno comunque efficacia? A oggi, sul sito del Comune, continuano a comparire solo i vecchi accordi del 2004. Dovendo stipulare un contratto di locazione a canone concordato, a quali accordi territoriali occorre fare riferimento?
Nel 2000 è stato stipulato contratto di locazione abitativa libero (di durata 4+4), ma nel corso degli anni non sono mai state comunicate le relative proroghe. Il contratto continua a essere in vigore, con pagamento della tassa di registro annuale e inserimento dell'importo dell'affitto nella dichiarazione dei redditi del proprietario. Accortosi dell'errore il proprietario ha provato a comunicare la proroga all'agenzia delle Entrate, ma la stessa è stata rifiutata, in quanto non risulta l'identificativo del contratto, benché registrato. È stato riferito che per sanare la posizione il proprietario dovrebbe comunicare, a mezzo lettera o Pec (posta elettronica certificata), all'agenzia delle Entrate competente, che il contratto esiste e che per mero errore non sono state fatte le comunicazioni delle proroghe. Si chiede se questa soluzione è valida.
L'articolo 13-ter del Dl 145/2023, convertito nella legge 191/2023, ha introdotto la disciplina sulle locazioni per finalità turistiche (in materia di locazioni brevi, attività turistiche-ricettive, codice identificativo nazionale - Cin). In caso di locazioni brevi, la legge prescrive l'adeguamento a una serie di disposizioni (estintore, rilevatore di fumi, esposizione del Cin). L'articolo citato, facendo riferimento alle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere, non parla, tuttavia, di durata del contratto di locazione. Si chiede se anche queste strutture, quando stipulano contratti annuali, sono soggette alla nuova disciplina.
Un contratto a locazione abitativa è intestato a due coniugi. In seguito a separazione, uno dei due recede dal contratto e chiede al locatore la restituzione immediata del cinquanta per cento della cauzione. Si chiede quale comportamento debba tenere il locatore.
Un contratto di locazione 4+4 è cointestato a 3 persone. Due conduttori (coppia di fatto) abitano nell'immobile mentre il terzo (un loro parente) ha sempre abitato altrove. Una clausola contrattuale recita che «a tutti gli effetti del contratto, compresa la notifica degli atti esecutivi, i conduttori eleggono domicilio nei locali locati e, nel caso non li occupino, presso l'Ufficio di segreteria del Comune dove è situato l'immobile». Il locatore manda disdetta al termine dell'ottavo anno, con preavviso di 7 mesi, con un'unica lettera cointestata ai tre conduttori e spedita con una sola raccomandata con avviso di ritorno all'indirizzo dell'appartamento locato. Secondo i conduttori essa non è valida perché doveva essere spedita in tre copie (una per ognuno dei conduttori). Inoltre affermano che il locatore avrebbe dovuto spedire delle raccomandate "senza busta" perché il contenuto delle buste poteva anche essere un foglio bianco. Per il locatore, invece, la lettera di disdetta cointestata ai tre conduttori e spedita per raccomandata con avviso di ritorno in una sola busta all'indirizzo dell'immobile locato è valida. Vorrei sapere chi ha ragione
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