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3186 quesiti trovati
Rapporto di lavoro privato
Un'azienda iscritta a Confartigianato, con applicazione del relativo contratto (Metalmeccanici artigiani), perde il requisito di azienda artigiana per superamento del numero massimo di dipendenti. A questo punto, diventa obbligatorio il passaggio al Ccnl Industria?
Un soggetto, percettore di Naspi, viene assunto con contratto a tempo determinato per la durata di due mesi e provvede, nei giusti termini, a comunicare l'evento all'Inps. Alla scadenza del contratto, il rapporto viene trasformato e diventa a tempo indeterminato. Il datore di lavoro può beneficiare dell'incentivo del contributo del 20% della Naspi residua?
Previdenza e pensioni
A tre anni dal decesso di mia zia, ho ricevuto, in qualità di erede, un accertamento Inps relativo ai contributi versati per la sua badante. Premetto che all'epoca dei fatti la zia era tutelata da un amministratore di sostegno, che operava a mezzo di un patronato per quanto concerne le operazioni di assunzione, licenziamento, pagamento di chi si occupava di lei. Inoltre, ritengo di avere rilevato un errore nell'accertamento, in quanto si tratta probabilmente di mancata comunicazione di un avvicendamento tra una badante e l'altra, e non di mancato versamento. Chiedo se sia una procedura corretta, da parte mia, inviare una raccomandata all'Inps allegando il decreto di nomina dell'amministratore stesso. È lui, o chi da lui incaricato, il responsabile di eventuali errori e della risposta dovuta entro trenta giorni, a supporto della quale avrei solo la mia memoria, ma non sarei in grado di produrre documentazione?
Pubblico impiego
Un Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza), ente pubblico di piccole dimensioni, ha la necessità di assumere con urgenza personale sanitario delle aree degli operatori esperti (Oss - operatori socio sanitari) e degli infermieri (area funzionari). Preso atto dell’articolo 13, comma 2, del Dpr 487/1994, e della sentenza del Tar Puglia, sezione I, 30 maggio 2023, n. 791, esiste attualmente un obbligo assoluto di informatizzare la prova scritta, pur in presenza di concorsi con pochi posti (e candidati), con il notevole aumento di costi che deriverebbe dalla gestione informatizzata della prova stessa (dovendo incaricare una ditta esterna per la parte tecnica)?
Sono un dipendente pubblico, del settore enti locali, di 64 anni. A partire dalla metà di gennaio 2024, ho raggiunto i requisiti per andare in pensione con l'anticipata ordinaria "Fornero" (42 anni e 10 mesi). Tra i vari tagli approvati nella legge di Bilancio per il 2024 (n. 213/2023), c’è quello relativo alle nuove aliquote di rendimento del sistema retributivo, meno favorevoli rispetto alle precedenti. Questo cambiamento può essere sfavorevole, visto che ho maturato nel periodo retributivo 14 anni e 9 mesi? In alternativa, potrei andare in pensione con il requisito della pensione anticipata flessibile "quota 103" (quella approvata nella legge di Bilancio per il 2023, n. 197/2022, con il calcolo del sistema misto), in quanto maturato già nel 2022 e, quindi, non soggetto alle nuove aliquote di rendimento del sistema retributivo, sempre che questa opzione sia possibile, dato che ho raggiunto i requisiti della "Fornero"?
La riforma in base alla quale è prevista la riduzione delle aliquote di rendimento periodo retributivo, per le pensioni degli statali ex Inpdap, riguarda solo l'anno 2024, e quindi è finalizzata a un risparmio su tale anno? Nel 2025, teoricamente, torneranno le vecchie aliquote, contenute nell’allegato A alla legge 965/1965?
Sono nato il 12 novembre 1961 e ho maturato 44 anni di servizio nella pubblica amministrazione. Vorrei rimanere al lavoro fino al compimento dei 65 anni di età, e mi interessa sapere quali sono i benefici che si possono ancora maturare, o se, al contrario, rischio di subire perdite a livello assicurativo e contributivo.
L'interpello 9/2014 del ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha aperto all'utilizzo dei necrofori per il contratto a chiamata per motivazione oggettiva, a norma della tabella allegata al Rd 2657/1923, che, al n. 46, indica «operai addobbatori o apparatori per cerimonie civili o religiose». Anche l'assunzione di sacrestani può essere consentita sulla base di questa "voce"?
Mi hanno detto che per percepire l'importo pieno di pensione prevista si deve aver versato contributi per almeno 30 ore lavorative a settimana durante gli anni di lavoro. A tal proposito mi chiedevo, ragionando su un calcolo ipotetico, se una persona per andare in pensione deve lavorare 42 anni e ha fatto 21 anni a tempo pieno (40 ore settimanali) e 21 anni part time (20 ore settimanali) quando sarà il momento della pensione si farà una media ( quindi 30 ore settimanali per 42 anni) o come viene calcolato l'importo?
Una società senza dipendenti può, a prescindere dalle limitazioni percentuali previste dai Ccnl (contratti collettivi nazionali di lavoro) e dalla normativa (Dlgs 81/2015), utilizzare la prestazione di un solo lavoratore interinale (come accade nel caso del contratto a termine)?
Sono stata operata di carcinoma e dichiarata invalida al 100 per cento, con diritto all’indennità di accompagnamento. È stata concessa, con decorrenza 1° ottobre 2013, la prestazione Inps categoria Invciv, per un importo mensile di 275,87 euro. Tale prestazione veniva successivamente trasformata in assegno sociale in data 1° maggio 2014, mese successivo al compimento dei 65 anni e tre mesi di età. L’Inps, però, ha sempre considerato tale prestazione come assegno sociale legato ai redditi del titolare e del coniuge, liquidando la relativa provvidenza in misura minore rispetto a ciò che era dovuto. D’altra parte, consultando il codice di rilevanza 14, riportato nella tabella 1 allegata alla circolare Inps 195/2015, e aggiornata con messaggio 4023/2016, si evince chiaramente che i redditi del coniuge non percettore sono ininfluenti. Dunque, l'assegno sociale derivante da invalidità non dovrebbe essere trattato come quello normale. Si chiede se tale interpretazione sia validamente applicabile al caso in questione, e se sia doveroso procedere alla richiesta di ricalcolo della quota di pensione non percepita dal 2014 in poi.
Una lavoratrice ha inoltrato istanza di rendita vitalizia, ex articolo 13, comma 5, della legge 1338/1962, nel novembre 2022 (per contributi omessi dal datore di lavoro dal 1993 al 2000). L'Inps risponde che la stessa non può essere evasa in forza della sentenza 21302/2017 della Cassazione, che ne osta - a suo dire - la procedibilità. Con risposta motivata l'Inps considera la procedibilità nel caso in cui la rendita in esame poteva essere richiesta entro un decennio (legge 335/1995) e che- in via prudenziale - le domande che sarebbero prescritte sono sospese in attesa di valutazione da parte del ministero del Lavoro. Cosa ne pensa l'esperto?
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