Opere «di terra armata» senza distanze dal confine
Negli anni 70, sul confine entro la mia proprietà, è stato costruito legittimamente un muro di cinta alto circa 70 centimetri, inserito in una naturale scarpata alta circa due metri. Ora il muro si è parzialmente rovesciato, facendo scivolare a valle parte della scarpata. Il proprietario del fondo agricolo a valle pretende la messa in sicurezza dei luoghi, che può avvenire solo con un intervento sulla scarpata e con la demolizione del muro, sostituendo il tutto con un'opera di terra armata. Tale intervento può essere considerato una "nuova costruzione", che, ai fini urbanistici e civilistici, dovrebbe rispettare la distanza di cinque metri dal confine prevista dall'attuale strumento urbanistico comunale? Qual è il titolo abilitativo necessario? Preciso che ci troviamo in zona tutelata con piano paesaggistico, adeguato nello strumento urbanistico, che prevede la possibilità di interventi con terre armate.
Quesito con risposta a cura di
Massimo Sanguini
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