Cessione di beni ammortizzabili nel calcolo per il contributo Sostegni
Con il decreto Sostegni (Dl 41/2021) all'articolo 1 si prevedeva un contributo a fondo perduto legato al confronto fra l’importo medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2019 e dell’anno 2020. Le istruzioni per il calcolo del fatturato medio mensile suggeriscono di considerare anche la cessione di beni ammortizzabili, mentre per la determinazione della percentuale da applicare sulla differenza (60 per cento – 50% eccetera) il riferimento è ai ricavi (punto Rs116 del modello Redditi Sp). Un’impresa ha ceduto nel corso del 2019 un capannone industriale per un milione di euro, evidenziando un differenziale decisamente superiore al 30% rispetto all’anno successivo per quel che riguarda le fatture attive, mentre in Rs116 sono stati indicati i ricavi escludendo la plusvalenza derivante dalla cessione di beni ammortizzabili. Con successivi riferimenti a circolari (per esempio circolare 22/E/2020, punto 3.4) l’agenzia delle Entrate sembra considerare come fatture attive i ricavi ex articolo 85 del Dpr 917/1986 (Tuir) escludendo la cessione di beni ammortizzabili. È corretto mantenere il contributo ricevuto, peraltro replicato con il Dl 73/2021? Per la eventuale restituzione è possibile utilizzare il ravvedimento operoso?
Quesito con risposta a cura di
Barbara Marini
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