Edilizia e Urbanistica

    Basta la Scia per ridurre i lavori in corso d’opera

    Ho presentato una Scia (segnalazione certificata di inizio attività), in variante per riduzione volumetrica, che si è resa necessaria per sopraggiunti problemi economici del proprietario, il quale non ha potuto realizzare l’intero fabbricato. Con la variante non è stata apportata alcuna modifica alla destinazione d’uso e alla categoria edilizia dell'edificio, né è stata violata alcuna prescrizione contenuta nel titolo abilitativo originario. L’unica variazione apportata è stata la riduzione volumetrica. L’edificio, inoltre, non è sottoposto ad alcun vincolo. Ho ritenuto che tale casistica rientrasse in quella prevista dall'articolo 22, comma 2, del Dpr 380/2001, in base al quale sono realizzabili mediante Scia «le varianti a permessi di costruire che non incidono sui parametri urbanistici e sulle volumetrie, che non modificano la destinazione d'uso e la categoria edilizia, non alterano la sagoma dell'edificio qualora sottoposto a vincolo ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni, e non violano le eventuali prescrizioni contenute nel permesso di costruire». Chiedo all'esperto se, nel caso in questione, visto che si tratta di una riduzione - e non di un incremento - di volume, è corretto presentare la Scia.