Attività «diverse», i limiti per evitare l'uscita dal Runts
Sono il tesoriere di un'associazione di promozione sociale (Aps) iscritta al Registro unico nazionale del terzo settore (Runts), con entrate inferiori ai 130mila euro, che svolge attività generale in modalità non commerciale. Il Dm 107/2021 stabilisce i criteri e i limiti ai fini dell’esercizio delle attività diverse che, non indicate specificatamente, potrebbero avere natura anche commerciale ex articolo 85, del Dlgs 117/2017, Codice del terzo settore-Cts (per esempio, pranzi e catering gestiti da terzi durante una manifestazione), purché rimangano secondarie rispetto alle attività di interesse generale. I criteri precisati per identificare la loro sussidiarietà consistono nel fatto che, in ciascun esercizio, ricorra (almeno) una delle seguenti condizioni: - i relativi ricavi siano inferiori al 30% delle entrate complessive dell’ente; - i relativi ricavi siano inferiori al 66% dei costi complessivi. Quel che non mi appare chiaro è se il rispetto dei parametri citati possa far considerare decommercializzate (e, quindi, fiscalmente esenti) le relative entrate (ancorché di natura commerciale), oppure se esso serva solo a evitare la perdita della qualifica di "ente del terzo settore", con cancellazione dal Runts, fermo restando che sulle entrate stesse (pur nei parametri) vada assolta sempre e comunque la relativa tassazione.
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