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1842 quesiti trovati
Previdenza e pensioni
Il mio estratto conto contributivo Inps Ecocert presenta la seguente situazione: - dal 26 novembre 1981 al 31 dicembre 1992, 435 settimane di contributi al Fondo pensione lavoratori dipendenti (di cui 79 settimane contributive per servizio militare, dal 26 novembre 1981 al 1° giugno 1983); - dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre 1995, 156 settimane di contributi al Fondo pensione lavoratori dipendenti; - dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2023, 1.454 settimane di contributi al Fondo pensioni lavoratori dipendenti contributivo (montante contributivo pari a 398.942 euro). Premesso che il mio rapporto di lavoro è ancora in essere, e che nel mese di ottobre 2024 compirò 63 anni di età, chiedo all’esperto se potrò accedere al trattamento pensionistico anticipato a norma dell’articolo 24, comma 11, del Dl 201/2011, convertito in legge 214/2011, con riferimento alle modifiche apportate dalla legge 213/2023, di Bilancio per il 2024. In caso di risposta negativa si chiede - con riferimento alla normativa vigente - quali alternative al pensionamento anticipato siano percorribili.
La riforma in base alla quale è prevista la riduzione delle aliquote di rendimento periodo retributivo, per le pensioni degli statali ex Inpdap, riguarda solo l'anno 2024, e quindi è finalizzata a un risparmio su tale anno? Nel 2025, teoricamente, torneranno le vecchie aliquote, contenute nell’allegato A alla legge 965/1965?
Mi hanno detto che per percepire l'importo pieno di pensione prevista si deve aver versato contributi per almeno 30 ore lavorative a settimana durante gli anni di lavoro. A tal proposito mi chiedevo, ragionando su un calcolo ipotetico, se una persona per andare in pensione deve lavorare 42 anni e ha fatto 21 anni a tempo pieno (40 ore settimanali) e 21 anni part time (20 ore settimanali) quando sarà il momento della pensione si farà una media ( quindi 30 ore settimanali per 42 anni) o come viene calcolato l'importo?
Una lavoratrice ha inoltrato istanza di rendita vitalizia, ex articolo 13, comma 5, della legge 1338/1962, nel novembre 2022 (per contributi omessi dal datore di lavoro dal 1993 al 2000). L'Inps risponde che la stessa non può essere evasa in forza della sentenza 21302/2017 della Cassazione, che ne osta - a suo dire - la procedibilità. Con risposta motivata l'Inps considera la procedibilità nel caso in cui la rendita in esame poteva essere richiesta entro un decennio (legge 335/1995) e che- in via prudenziale - le domande che sarebbero prescritte sono sospese in attesa di valutazione da parte del ministero del Lavoro. Cosa ne pensa l'esperto?
Ho svolto attività di revisione presso un Comune con inquadramento contrattuale di collaborazione coordinata e continuativa, non essendo titolare di partita Iva. Sono iscritto in via esclusiva alla gestione separata Inps. L'istituto ha respinto la mia domanda «in quanto la prestazione non spetta ai revisori di società, associazioni e altri enti con o senza personalità giuridica». Il Dlgs 22/2015, all'articolo 15, recita: «In relazione agli eventi di disoccupazione verificatisi a decorrere dal 1° gennaio 2015 e sino al 31 dicembre 2015, è riconosciuta ai collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto, con esclusione degli amministratori e dei sindaci, iscritti in via esclusiva alla Gestione separata, non pensionati e privi di partita Iva, che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione, una indennità di disoccupazione mensile denominata Dis-coll». Non riesco a trovare traccia, nelle successive modifiche al decreto, circa l'esclusione dei revisori degli enti locali dall'indennità. È corretta l'interpretazione data dall'Inps, posta alla base del rigetto della mia istanza?
In caso di richiesta di integrazione al minimo della pensione, nel calcolo dell’importo, i redditi di immobili assoggettati a Imu vengono cumulati con i redditi personali?
Una Srl artigiana in cui tutti i soci sono iscritti alla relativa gestione Inps, eroga compensi per il lavoro da loro prestato nell'attività sociale (panificazione), pur se l'obbligo di tale prestazione non è previsto nell'atto costitutivo e nemmeno sono previsti obblighi di prestazioni accessorie ex 2345 del Codice civile. I compensi vengono assoggettati a Irpef come assimilati a redditi di lavoro dipendente e alla gestione separata Inps. Si chiede se i relativi importi vadano effettivamente sottoposti alla contribuzione alla gestione separata oppure alla gestione artigiani e se siano deducibili dal reddito della società.
Le lavoratrici madri che, per effetto della legge di Bilancio 2024, beneficeranno dell'esonero contributivo, vedranno la loro posizione pensionistica intaccata dalla decontribuzione goduta?
Una ex insegnante in pensione apre una partita Iva per la coltivazione di agrumi nel 2016. Dato che di fatto non è mai riuscita ad avviare in pieno l'attività (non ha avuto mai dipendenti e mai dei veri e propri clienti), nel marzo 2022 ha chiuso la partita Iva. Nel frattempo l'Inps, mediante avviso di cartelle, ha provveduto a chiedere i contributi previdenziali Ivs dei coltivatori diretti per il periodo 2016-2022. Tenuto conto che la signora è in pensione da almeno 15 anni, che non c'è stato fatturato di vendita di prodotti agricoli, che ogni anno ha dichiarato un totale di redditi dominicali pari a 629 euro e redditi agrari per 298 euro, e che oltre al reddito di pensione, ha dichiarato redditi diversi (collaborazioni occasionali derivanti dall'esercizio di attività di docente per i doposcuola) per un importo inferiore a mille euro euro lordi, è corretto che l'Inps pretenda il pagamento di tali contributi previdenziali?
Mia figlia, di 29 anni, ha conseguito due lauree in corso triennale: la prima tra novembre 2014 e ottobre 2017, la seconda tra novembre 2018 e ottobre 2021. Nel primo periodo non ha lavorato, nel secondo ha fatto lavori a tempo determinato e ha percepito l’indennità Naspi (nuova assicurazione sociale per l'impiego), quando è rimasta inoccupata. Nella posizione Inps regime generale, sono accreditati contributi per lavoro dipendente e contributi figurativi legati alla Naspi per periodi non continuativi, tra febbraio 2018 e settembre 2021. Dal 3 gennaio 2022, mia figlia svolge attività con partita Iva e apertura della posizione in gestione separata Inps lavoratori parasubordinati, per cui ha contributi accreditati nel 2022 e nel 2023, mentre non ha una cassa professionale. Quale periodo massimo di laurea (o di lauree) potrebbe riscattare all’Inps? I periodi già accreditati, con Naspi figurativa inclusa, escludono il riscatto dei medesimi, se coincidenti con il secondo corso di laurea? Inoltre, il riscatto andrebbe chiesto con il metodo ordinario o con quello agevolato, e sarebbe calcolato nella gestione separata o nella gestione generale? È più opportuno, infine, chiedere il riscatto di laurea adesso oppure tra qualche anno?
Ho 64 anni e ho maturato 42 anni di contribuzione alla Cassa geometri, alla quale sono sono iscritto dal 1982, mentre non ho mai versato contributi all’Inps. Posso cumulare (trasferire) i miei 42 anni di contributi dalla Cassa geometri all’Inps, per riuscire a fruire di un trattamento pensionistico migliore? Oppure, per farlo, devo avere versato i contributi all’Inps? Se così fosse, potrei iniziare a versare all'Inps da adesso?
Il massimale annuo della base contributiva e pensionabile, previsto per quest'anno dalla circolare Inps 21 del 25 gennaio 2024, si applica a tutte le tipologie di reddito di lavoro dipendente e assimilato, inclusi i compensi delle collaborazioni coordinate e continuative con iscrizione alla gestione separata Inps?
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